Simbiosi forte uomo-macchina: tra opportunità terapeutiche e prudenza etica

Le neuroprotesi intelligenti aprono scenari di simbiosi uomo-macchina, ma richiedono regole etiche e prudenza clinica.

La simbiosi forte tra cervello umano e macchina digitale non è più fantascienza. Alcuni prototipi di neuroprotesi “intelligenti” instaurano un dialogo bidirezionale continuo, adattandosi ai segnali cerebrali e modificandoli in risposta. Questo modello apre a terapie personalizzate e riabilitazioni mai viste prima.

Ma l’integrazione così profonda solleva domande: dove finisce la persona e dove inizia la macchina? Cosa accade se il dispositivo viene rimosso? La letteratura più recente invita alla prudenza etica, raccomandando linee guida internazionali e una valutazione costante del bilancio tra beneficio terapeutico e impatto identitario.

Fonte: HYBRIDMINDS Workshop Report (PMC)

Pubblicato da aprilemielabbra

“Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello”. Hetty Hillesum

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