Gallagher all’ONU: “La tecnologia non sostituisca il giudizio umano su vita e morte”

Nel dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicato a Intelligenza Artificiale, pace e sicurezza internazionale (New York, 24 settembre), l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, ha richiamato l’urgenza di un approccio centrato sulla persona umana nello sviluppo delle tecnologie emergenti, soprattutto in ambito militare. Nessuna macchina, ha ammonito, può sostituire il giudizio umano in decisioni di vita o di morte, perché significherebbe oltrepassare limiti etici invalicabili.

Mons. Gallagher ha ribadito la richiesta della Santa Sede di una moratoria immediata sullo sviluppo delle armi letali autonome (LAWS), strumenti privi di discernimento morale, che pongono gravi problemi etici, giuridici e umanitari. Ha inoltre auspicato la creazione di un accordo internazionale vincolante per garantire che ogni decisione letale resti sotto controllo umano significativo.

Il presule ha espresso forte preoccupazione per una nuova corsa agli armamenti alimentata dall’integrazione dell’IA nei sistemi militari, spaziali e nucleari, con il rischio di alterare la natura della guerra e introdurre incertezze senza precedenti, specialmente nei sistemi di comando e controllo nucleare.

Infine, ha ricordato che il Consiglio di Sicurezza ONU ha la responsabilità primaria della pace e sicurezza internazionale, invitando a vigilare sul progresso tecnologico e a orientarlo verso il bene comune, la dignità umana e i valori fondativi delle Nazioni Unite: pace, libertà e diritti umani.

Pubblicato da aprilemielabbra

“Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello”. Hetty Hillesum

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