Nel cuore dell’umanesimo, Firenze ha ospitato l’11 e 12 settembre un seminario internazionale che ha riunito venti giuristi da Europa e Stati Uniti per riflettere sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla libertà, il diritto e la giustizia. L’incontro, promosso dall’Università di Firenze e dall’University of Notre Dame, ha affrontato le sfide etiche e giuridiche poste dalle nuove tecnologie, ribadendo il ruolo insostituibile dell’empatia umana nei processi decisionali.
Al centro del dibattito: i rischi di una automazione incontrollata e la necessità di garantire una supervisione umana significativa. Secondo l’esperto Frank Pasquale, i sistemi di IA possono affiancare giudici e avvocati come strumenti di supporto, ma non potranno mai sostituire l’uomo, perché privi della capacità di comprendere le conseguenze umane e morali delle decisioni.
Gli interventi di Paolo Carozza e Andrea Simoncini hanno sottolineato l’importanza del dialogo tra Europa e Stati Uniti per una risposta condivisa alle sfide tecnologiche, radicata nei valori dell’umanesimo cristiano: centralità della persona, fraternità e rispetto della vita.
Il convegno, sostenuto dal Centro interuniversitario CybeRights, dall’American Security Foundation e da istituzioni fiorentine, si è concluso con la proposta di elaborare un “manifesto del diritto” per un nuovo umanesimo digitale, capace di orientare l’innovazione nel rispetto della dignità e della libertà umana.