Intelligenza artificiale e intelligenza organoide

Gli organoidi cerebrali umani, noti anche come organoidi cerebrali o precedentemente chiamati “mini-cervelli”, sono modelli cellulari 3D che riproducono aspetti dello sviluppo del cervello umano. Questi organoidi offrono grandi promesse per migliorare la nostra comprensione dello sviluppo neurologico e dei disturbi neurologici. Tuttavia, la capacità senza precedenti di modellare lo sviluppo e le funzioni del cervello umano in vitro solleva complesse sfide etiche, legali e sociali. L’Intelligenza degli Organoidi (OI) descrive il movimento in corso per combinare tali organoidi con l’Intelligenza Artificiale per stabilire forme basilari di memoria e apprendimento. Questo articolo discute le principali questioni riguardanti lo stato scientifico e le prospettive degli organoidi cerebrali e dell’OI, le concettualizzazioni della coscienza e del rapporto mente-cervello, le dimensioni etiche e legali, inclusi lo stato morale, i chimera umano-animale, il consenso informato e le questioni di governance, come la supervisione e la regolamentazione. È necessario un quadro equilibrato per consentire una ricerca vitale affrontando al contempo le percezioni pubbliche e le preoccupazioni etiche. Le prospettive interdisciplinari e l’impegno proattivo tra scienziati, eticisti, politici e il pubblico possono consentire percorsi di traduzione responsabili per la tecnologia degli organoidi. Potrebbe essere necessario un quadro di governance ponderato e proattivo per garantire un progresso eticamente responsabile in questo campo promettente.

leggi l’editoriale: Intersection between the biological and digital: Synthetic Biological Intelligence and Organoid Intelligence

Pubblicato da aprilemielabbra

“Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello”. Hetty Hillesum

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